Dott. Laura Frusca – L’ECONOMIA DI COMUNIONE TRA PROGETTUALITA’ PEDAGOGICA E TENSIONE ETICO-EDUCATIVA

L’elaborato ha per oggetto l’Economia di Comunione, le sue potenzialità progettuali- formative, la possibile applicabilità di determinati principi, quali la gratuità, la comunione e il dare evangelico, nei diversi contesti educativo-formativi, dalla scuola all’azienda responsabile. 
L’Economia di Comunione nasce ufficialmente nel 1991 ad opera di Chiara Lubich, fondatrice anche del Movimento dei Focolari nel 1943, la quale propone un nuovo agire imprenditoriale, quale quello dell’Economia di Comunione, caratterizzato dalla gratuità, dalla spontaneità e dalla reciprocità dei rapporti umani. 
Chiara Lubich nasce a Trento il 22 gennaio 1920. Il suo nome di battesimo è Silvia ma sceglie di chiamarsi Chiara, perché affascinata da Chiara d’Assisi. Sceglie Dio-Amore come proprio ideale di vita e condivide questo principio con un piccolo gruppo di compagne che, come lei, si sono formate nell’Azione Cattolica. 
Il Focus Group dal titolo “Progettazione educativa, Economia di Comunione, Ambiente e Persona”, organizzato dall’Unità di Ricerca in Pedagogia dell’Ambiente e Responsabilità Sociale, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Brescia, al quale hanno partecipato quattro testimoni illustri, quali il dott. Emanuele Zanetta, A.D. della Webert S.r.l., azienda produttrice di rubinetteria che abbraccia i principi dell’Economia di Comunione, puntando, ad esempio, all’integrazione del lavoratore straniero all’interno dei comparti dell’azienda; Andrea Penazzi, Referente Provinciale per l’Economia di Comunione; il Professor Enrico Danili, Dirigente per l’Educazione Ambientale presso l’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia e Don Gabriele Scalmana, Responsabile della Pastorale del Creato della Provincia di Brescia, ha permesso di individuare tre diversi campi di sperimentazione del discorso avviato dalla Lubich, ossia l’azienda di comunione, la scuola di comunione e la chiesa di comunione. 
L’azienda di comunione è “laboratorio di buone pratiche, officina di competenze” dove sperimentare l’integrazione e la reciprocità, riscoprendo il valore insostituibile del lavoro come dono. L’Economia di Comunione diffonde l’ideale di un’organizzazione responsabile economicamente e socialmente, che agisce, produce e investe il proprio capitale prima nella risorsa umana, valorizzandola e potenziandola, poi nel profitto, rispettando diversi standard di responsabilità e di sostenibilità. L’azienda è una Learning Organization, ossia una comunità di apprendimento, un organismo vivente, costituito da lavoratori-formandi i quali, collaborando e operando insieme, crescono scambiandosi esperienze, vissuti, emozioni ed aspettative. La risorsa umana diviene simbolo di produttività, di raffinatezza e di democrazia. Emerge perciò l’orizzonte di un’economia immateriale, nella quale si cerca di potenziare il talento, l’esperienza e la predisposizione personale di ciascun lavoratore; vale a dire un’economia che si basa sulle competenze, sulle capacità personali e sulle attitudini professionali di ciascun formando. Infatti, l’imprenditore valuta la risorsa umana al di là della semplice capacità produttiva, istaurando con essa un rapporto di fiducia consapevole e progettuale.
La scuola di comunione è “spazio di abitanza sostenibile, modello di convivenza democratica”, dove promuovere una trasversalità di saperi, di pratiche e di curricoli differenti. Si persegue, infatti, l’edificazione di una Knowledge Society, ossia la costruzione di una società della conoscenza e della competenza, dove è prioritaria la formazione degli educatori, degli insegnanti, dei formatori e degli imprenditori.
Infine, la chiesa di comunione, unione di culture, di lingue, di tradizioni e di colori differenti. 
Si delineano, poi, le caratteristiche distintive di due realtà culturali legate all’Economia di Comunione, vale a dire la comunità di Loppiano e quella di Bose. 
Loppiano (Firenze), ad oggi prima cittadella internazionale del movimento focolarino, è inaugurata l’8 marzo del 1968. La sua edificazione è da attribuirsi a Vincenzo Folonari, uno fra i primi seguaci del movimento focolarino, il quale dona nel 1964 il terreno su cui sarebbe sorta la futura cittadina. 
La comunità monastica di Bose (Biella), invece, nasce ufficialmente l‘8 dicembre 1965, giorno in cui si chiude il Concilio Vaticano II ed Enzo Bianchi, a oggi priore di Bose, decide di ritirarsi in un piccolo paesino scegliendo la solitudine e la meditazione.
Confrontando Loppiano e Bose, emerge, da parte di entrambe, la volontà di riscoprire e diffondere l’ideale di un uomo nuovo che, allontanandosi dalla frenesia e dal caos quotidiano, ritrova se stesso, l’altro e Dio. Si prospettano come informali ambienti formativi, dove diffondere una nuova cultura della gratuità e della responsabilità: Loppiano proteso più all’ambito economico, Bose a quello spirituale- evangelico. 
L’Economia di Comunione s’impegna inoltre affinché l’Homo Consumens contemporaneo, avido di consumo ed interessato unicamente all’avere, al consumare ed allo sperperare, divenga Homo Reciprocans o Homo Donator, pronto al darsi e all’offrirsi all’altro senza nulla pretendere in cambio se non il benessere altrui. 
L’Economia di Comunione è un’economia RELAZIONALE, perchè densa di rapporti umani unici e genuini; ESTETICA, perché raccoglie l’unicità e l’originalità di ciascun lavoratore-formando; infine, UMANIZZANTE, poiché si fondono l’economia e la religione, la produttività e la carità, nella convinzione che il dare evangelico può e deve divenire valore condiviso nel mondo economico, strumento di crescita equa e di sviluppo sociale. 
L’Economia di Comunione incide profondamente sui pensieri, sulle azioni, sulle pratiche e sulle ideologie, tanto dell’imprenditore quanto del lavoratore. Promuove inoltre uno sviluppo integrale, valoriale, culturale che include ambiente, educazione, consumo e benessere. S’impegna altresì affinché si concretizzi un ideale di libertà tra i popoli, di uguaglianza nelle possibilità di accesso alle risorse naturali e di fraternità universale. 
L’Economia di Comunione è “un’economia per l’uomo, con l’uomo”, dove l’obiettivo primo è creare cooperazione, sinergia, dialogo ed innovazione tra imprenditore-dipendente e dipendente-mondo esterno. È un’innovativa modalità di gestione dell’impresa centrata sulla persona, sulla sua costante formazione, valorizzazione, specializzazione e realizzazione.
Le imprese aderenti al progetto dell’Economia di Comunione sono distribuite principalmente in Italia (c.a. 246), 82 in Brasile e 60 nell’Europa dell’Est. Di queste 275 erogano servizi socio-assistenziali (strutture riabilitative, asili) e 113 producono beni materiali di consumo. La maggior parte di queste presentano un numero esiguo di dipendenti (meno di 50), in quanto ditte individuali. 
L’Economia di Comunione pone al centro del proprio pensiero l’indispensabilità di un policentrismo formativo, capace di promuovere e di diffondere l’educazione e la formazione nei molteplici contesti educativo-formativi, siano essi formali o non formali, dall’azienda responsabile, alla scuola responsabile, alla chiesa responsabile.
Alla luce della riflessione pedagogico-educativa, dunque, l’Economia di Comunione può divenire monito di criticità per i Paesi industrializzati, opportunità di riflessione e di crescita per tutti coloro che operano nel settore economico e speranza futura per le generazioni d’oggi e di domani. 
A qualcuno l’Economia di Comunione può apparire pura utopia. Ma, forse, proprio questo suo spirito utopico, può schiudere nuovi orizzonti di umanità, di responsabilità e di solidarietà planetaria. 
Basta solo crederci!