Ing. Ilaria Bresciani – IL RUOLO DEI GRUPPI DI AZIONE LOCALE (GAL) NEL GOVERNO DEL TERRITORIO

L’elaborato ha avuto come obiettivo quello di approfondire una tematica nuova ancora poco esplorata.
Oltre ad una prima parte di carattere teorico che ha riguardato l’inquadramento dell’iniziativa Comunitaria Leader, l’analisi delle normative e dei Gruppi di Azione Locale (nello specifico sono stati considerati due casi studio il Gal GardaValsabbia e il Gal della valle del Crati), è seguita una seconda fase più concreta inerente la mia esperienza diretta di partecipazione alla stesura della bozza preliminare del Piano di Sviluppo Locale 2007/2013 del Gal GardaValsabbia.
La riforma dei fondi strutturali del 1987 ha introdotto il concetto e la pratica delle “Iniziative comuni”, che hanno consentito alla Commissione di destinare fondi speciali a misure di particolare interesse per la Comunità. 
L’Unione europea ha approvato, a favore delle zone rurali svantaggiate a bassissima densità di popolazione, un progetto di sviluppo socio-economico, con lo scopo di invitare la popolazione a restare nei paesi d’origine, proteggere e valorizzare il patrimonio ambientale e nello stesso tempo promuovere lo sviluppo integrato, endogeno e sostenibile delle aree rurali.
Il progetto Leader è un programma di iniziativa comunitaria indirizzata principalmente verso l’economia rurale che prevede il finanziamento dell’Unione Europea agli Stati membri che definiscono azioni di sviluppo delle zone rurali dove minore è la diffusione dei servizi e più bassa la densità di popolazione.
Le aree individuate come svantaggiate non comprendono solo territori di montagna ma anche zone di pianura dove si ha un forte decremento di popolazione dovuto a un marcato fenomeno di pendolarismo per la mancanza del sorgere di nuove attività imprenditoriali locali.
Esso vede la luce tra la fine degli anni 80 e l’inizio degli anni 90. Vanta 15 anni di sperimentazione e l’immagine assai positiva Leader + (la terza fase del progetto Leader) ha indotto la Comunità Europea ad integrare la programmazione con la fase 2007-2013.
Il progetto Leader è un’esperienza innovativa non solo per il tipo di approccio bottom-up utilizzato (coinvolgendo gli attori locali nel definire proposte più rispondenti alle problematiche ambientali, socio economiche del territorio) ma anche perché basato su un partenariato locale che riunisce sia il settore pubblico che privato. I singoli progetti sono innovativi perché portano ad un’integrazione tra le diverse componenti ambientale, culturale, socio-economico e tra i diversi settori produttivi per cui ogni singola iniziativa fa parte di un contesto di sviluppo complessivo.
La creazione di reti di attività su scala europea rappresenta una novità rispetto al passato, si raccolgono e si divulgano, attraverso il web, informazioni sulle buone prassi e sulle esperienze di ogni singolo stato.
Diventa quindi fondamentale la cooperazione infraterritoriale (tra Gal appartenenti alle diverse regioni italiane) ma anche la cooperazione transnazionale (tra Gal di più stati membri della comunità Europea) al fine di realizzare un’azione comune condividendo conoscenza, risorse umane e finanziarie.
I Gal sono i diretti beneficiari dell’azione Leader, elaborano un Piano di Sviluppo Locale ( P.S.L.) multisettoriale finalizzato alla rivitalizzazione delle zone rurali attraverso interventi sia di carattere economico che socio culturale. Ogni PSL ha un proprio tema catalizzatore principale che può riguardare l’utilizzazione di nuove tecnologie, il miglioramento della qualità della vita, la valorizzazione delle risorse naturali e culturali e la valorizzazione delle produzioni tipiche.

Esempio europeo di valorizzazione delle risorse naturali e culturali: I tesori parlati del Maasland in Belgio.

La zona del Midden-Maasland in quanto regione di confine è una zona economicamente sfavorita, se si considera inoltre la chiusura delle miniere di carbone del Limburgo e delle cave di ghiaia si può capire il declino che questo territorio ha subito. Ultimamente la regione si sta riscoprendo e sta cominciando a sfruttare il suo patrimonio naturale insieme alla sua ospitalità e al suo fascino. Attività quali passeggiate, tour in bicicletta e sport acquatici sono altrettanti modi per rafforzare l’economia della regione in maniera sostenibile nel rispetto dell’ambiente.
Il Maasland è stata la prima regione a sviluppare una rete di piste ciclabili dedicate, che gradualmente si è espansa in tutte le Fiandre, in alcune zone dei Paesi Bas­si ed anche nella Germania occidentale. Con il sostegno di LEADER +, l’agriturismo in questa regione ha acquisito una nuova dimensione. Lanciata nel 2005 dall’ente turi­smo del Limburgo (Tberisme Limburg), la zona Leader + del «Midden-Maasland» ha una nuova pista ciclabile che utilizza una guida audio e video sotto forma di palmare PDA (personal Data Assistant) per offrire ai ciclisti una «voce» sulla regione. Si chiama «il contastorie». Una volta installati i palmari, i ciclisti sono pronti per essere guida­ti lungo la valle della Mosa. Durante il percorso la guida narra automaticamente tutti i fatti interessanti sui din­torni naturali, compresa la storia locale e la ricca cultura della regione; gran parte di questo itinerario è chiuso alle automobili e la Mosa e il canale Zuid Willem formano uno sfondo attraente. La storia sul patrimonio naturale e culturale della regione offre la base per il tour guidato in bicicletta. Il PDA è una tecnica innovativa ed una prima mondiale per il Limburgo, poiché è il primo tour in bicicletta che usa la combinazione di una guida audiovideo in un unico apparecchio. Lo sviluppo di questa pista ciclabile con la sua innovativa guida contastorie è un esempio di come si può promuovere l’immagine della regione.

A livello italiano sono stati analizzati due casi studio: il Gal GardaValsabbia e il Gal della Valle del Crati, essi appartengono a realtà geografiche diverse e hanno scelto temi catalizzatori diversi (per il Gal lombardo il tema della valorizzazione delle risorse naturali e culturali e per il Gal calabro il tema della valorizzazione delle produzioni tipiche locali).
Di seguito riporto due esempi di progetti intrapresi dai Gal oggetti di studio.

Il caso del Gal Garda Valsabbia : esempio di valorizzazione del turismo rurale minore “Realizzazione e attrezzatura del percorso chiamato “Viaggio tra i due laghi”.

Questo itinerario è un esempio di come l’azione dei GAL possa integrarsi con la realtà del territorio, potenziando e valorizzando, in coerenza coi Piano del governo del territorio (PGT), l’urbanistica dei comuni coinvolti. 
In particolare questo progetto, trova il suo filo conduttore nella “strada”, sia come strumento di collegamento tra luoghi, sia come momento di legame tra le genti che abitano un territorio, via di scambi commerciali, ma anche diffusione e trasmissione delle culture e tradizioni. Questo territorio è stato da sempre caratterizzato da una carenza infrastrutturale di tipo viabilistico, limitante per il sistema economico e sociale nel suo complesso. I riflessi sono evidenti in ogni settore. La vocazione turistica, la struttura industriale e commerciale, le attività agro-forestali, la qualità della vita in genere, sono stati a lungo condizionati dall’inadeguatezza infrastrutturale che ha frenato prospettive di miglioramento e volontà di riscatto.
Le carenze nella dotazione infrastrutturale si registrano soprattutto per quanto riguarda la mobilità stradale principale, le frazioni minori ed i collegamenti intervallivi, per quanto riguarda la viabilità secondaria. La strada per questo territorio LEADER ha sempre avuto un significato importante, non solo perché dal punto di vista storico è stata una via di penetrazione di eserciti e invasori ma anche e soprattutto perchè ha rappresentato l’unico strumento di sviluppo (la porta aperta sul “resto del mondo”) per un’area isolata, lontana dai popolosi centri urbani lombardi. Questo intervento mira a individuare e rendere visibile e facilmente percorribile un itinerario che sia un vero e proprio “Viaggio tra i due laghi”, attraverso i territori del Garda e della Valsabbia per ammirarne le bellezze naturali e artistiche. L’itinerario unisce con un filo continuo l’area compresa tra i due laghi: Garda e Idro, attraverso i borghi, i fienili, i forti, le malghe, le canoniche, i rifugi, le ville, le aree protette, i siti di interesse naturale e scientifico (l’osservatorio astronomico di Valvestino e il centro sismologico di Salò), portando il visitatore a conoscere e apprezzare le culture e le tradizioni di tali ambiti specifici. L’itinerario può essere percorso, nella sua totalità, in auto, con mezzi pubblici e in bicicletta, alcuni tratti potranno essere percorsi anche a piedi. All’itinerario è collegato tutto il sistema dei sentieri e dei percorsi secondari che consentono di addentrarsi nel territorio e di scoprire ambienti, paesaggi e luoghi legati alla storia e al lavoro che caratterizzano le due valli. I percorsi per la Valle Sabbia si articolano attorno a tre tematiche principali: la via del Bagoss, la via delle Fortificazioni, la via dei Forni Fusori. Naturalmente per una parte di queste percorrenze minori è necessaria una sistemazione che ne consenta la messa in sicurezza e la fruizione; e particolare attenzione deve essere posta affinché almeno una parte dei percorsi sia possibile anche per gli anziani e le persone diversamente abili.

Il caso del Gal della Valle del Crati: esempio di valorizzazione delle risorse locali “La strada del vino e dei sapori del Brutium”

La Strada del vino e dei sapori del brutium è nata a seguito del bando regionale del 3 novembre 2000, su iniziativa di un comitato promotore, del quale fa parte il GAL, composto da numerosi enti, associazioni, imprenditori e produttori vitivinicoli. Il comitato promotore ha incaricato il GAL di elaborare il progetto, che è stato approvato dall’Assessorato Regionale all’Agricoltura della Regione Calabria, e di coordinarne l’attuazione. Il territorio individuato dalla strada è composto di tre aree contigue e tra loro complementari: la media valle del Crati, zona di maggiore produzione, nella quale ricadono una vasta IGT ed una DOC (Luzzi); l’asse urbano Cosenza-Rende, con una piccola zona di produzione oggetto di regolamentazione (DOC) a Donnici, ma con un ruolo importante per quanto concerne l’esposizione e la commercializzazione; la valle del Savuto, anch’essa con una produzione DOC. Le risorse che la strada del vino intende valorizzare, sono contenute in una sorta di “paniere di prodotti”, raccolti intorno al tema catalizzatore del vino, che contiene al suo interno l’agroalimentare, l’artigianato di tradizione, l’agriturismo, l’ippoturismo, le risorse naturali, l’architettura, i monumenti. Il tutto è tenuto insieme da un filo conduttore, costituito dalla storia del territorio e dalle sue tradizioni. Il percorso progettato è dunque un percorso segnato dalla storia, riconosciuto dalla memoria e solo successivamente individuato dalla cartografia. Il tracciato ha inizio a nord nella Riserva naturalistica del lago di Tarsia, passa attraverso la Riserva biogenetica di Mongrassano ed i boschi di Lattarico e San Benedetto Ullano, si snoda lungo i centri storici della Valle del Crati e le pendici silane per attraversare Rende, Cosenza ed approdare nei paesi della valle del Savuto, dove gli ebanisti e gli scalpellini locali hanno lasciato, nel corso dei secoli, documenti di delicata e singolare bellezza. Nell’ambito del proprio PSL il GAL ha stabilito di finanziare la realizzazione del primo lotto funzionale della Strada. Per potenziare e qualificare l’offerta vitivinicola calabrese e dunque anche quella della Strada del brutium, l’Assessorato regionale all’Agricoltura ha ammesso a finanziamento un Piano Integrato di Filiera nell’ambito del POR Calabria. Il GAL è partner del progetto “Innovazione e potenziamento dell’offerta agrituristica” in provincia di Cosenza (acronimo IPOA) finanziato dal POR. Il progetto è finalizzato a promuovere, innovare, e potenziare l’offerta agrituristica in provincia di Cosenza, a promuovere interventi di sviluppo sostenibile specie nelle aree interne del territorio provinciale, a qualificare l’offerta e le competenze degli operatori. I partner del progetto, oltre al GAL, sono: la Provincia di Cosenza, il PIT Basso Tirreno Cosentino, la Midia scrl ed il Consorzio Agrituristico Calabrese. Entro luglio 2006 il GAL ha realizzato circa 170 iniziative e progetti in qua­ranta aziende. Ha rafforzato tre consorzi di produttori del settore agroalimentare e potenziato diverse filiere locali con studi specifici, con interventi in azienda o diretti alla commercializzazione, all’ ottenimento di marchi di tutela europei, al riconoscimenti di Presidi Slow food. Ha realizzato un centro di formazione per il territorio, ristrutturando un edificio secondo i criteri più attuali rivolti al ri­sparmio energetico ed in collaborazione con i Comuni soci ha realizzato interventi nei centri storici o nelle aree di pregio naturalistico. Sta organizzando una rete di operatori del turismo rurale per la vendita di pacchetti turistici attraverso un call center.

Come si è potuto vedere negli stralci riportati, nel vecchio Psl 2000/2006 vengono affrontati progetti di pianificazione territoriale anche se l’obbiettivo primario sembra essere un altro, di carattere naturalistico-paesaggistico nei progetti “Viaggio tra i due laghi” o “Le vie d’acqua” per il Gal lombardo e di valorizzazione dei prodotti tipici (attraverso il potenziamento di percorsi quali la Strada del vino o l’olio) per il Gal calabro. Il fatto di adibire i territori a certi tipi di coltivazioni o valorizzare percorsi esistenti o architetture tipiche comporta delle scelte ben definite di pianificazione.

Ho avuto la possibilità di partecipare direttamente alla stesura della bozza preliminare del PSL 2007/2013 del Gal GardaValsabbia e ciò mi ha permesso di capire quanto concreta potesse essere l’azione svolta dal Gal, nel web si trovavano tanti casi ed esempi applicativi ma non si sapeva cosa c’era a monte di ogni singolo progetto e come concretamente esso prendesse origine.
La mia esperienza diretta al Gal è costituita da due step: un primo passo “Verso la costruzione di un PSL” attraverso una serie di incontri tecnici sia in Provincia che in Regione e incontri che meglio identificano la metodologia Leader (approccio buttom-up) come quelli tenuti a Calvatone (Mn) alla presenza di altri due Gal lombardi con i quali si sono delineate le linee guida del nuovo Psl e c’è stato uno scambio di buone pratiche.
Non di minor importanza sono stati gli incontri con i soci fatti a Salò, aspetto molto innovativo visto che la stesura del precedente Psl non aveva previsto incontri , i soci non si conoscevano tra di loro e non erano stati interpellati per avanzare proposte.
I soci hanno riportato in forma tabellare le azioni già svolte nel precedente Psl e le nuove proposte per il per il Psl 2007/20013.
Il secondo step è stato quello di riuscire a trovare un criterio che permettesse di dare una valutazione ai progetti.
Si è ripresa la matrice degli scenari ghemmesi dell’esperto di fama internazionale Dipak Pant spiegata in un incontro tenuto a Valvestino con la quale si riusciva a mappare la vulnerabilità di un luogo, l’obbiettivo è il raggiungimento di uno scenario ottimale di vita serena ed economia fiorente attraverso la scelta di due variabili interna ed esterna.
Si parte da uno scenario che rappresenta lo status del territorio in esame. Per questo è stata fatta un’analisi swot analizzando punti di forza e punti di debolezza della zona considerata. Si conosce la situazione di partenza, quella di arrivo che si vorrebbe raggiungere, per orientare la comunità verso il percorso ottimale bisogna essere in grado di valutare ogni singolo progetto, associando un valore simbolico (variabile da -3 a +3) di variabile interna che per il Gal GardaValsabbia è stata scelta “la “vivacità del territorio” e di variabile esterna che per il Gal GardaValsabbia è stata scelta “la qualità del territorio”.
In una matrice vengono sulle ordinate le misure del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Lombardia suddivise in cinque grandi macrocategorie (attività produttive, energia, ambiente,servizi e cultura) e sulle ascisse i progetti, ad ogni progetto viene associato un valore ben definito di variabile interna e di variabile esterna. Questo permette di avere una visione d’insieme omogenea, per fare in modo che ogni macrocategoria abbia un numero omogeneo di progetti con le altre e per escludere quei progetti che presentano dei valori di variabile interna o esterna relativamente bassi.
Sono seguiti altri incontri con i soci e il Cda con i quali sono stati scremati i progetti iniziali fino ad arriavre all’ossatura che è poi stata presentata nel luglio 2008 in Regione.
Si intravedeva la nascita del Psl, il problema era capire quale fosse il rapporto tra lo strumento redatto e gli altri strumenti di piano.
Da un’intervista fatta al direttore tecnico dr Gallinaro è emerso che in Italia fino al 2006 non c’è stata alcuna interazione tra i vari strumenti di Piano, siamo ancora lontani dal caso ottimale di una provincia dei Paesi Bassi dove i cittadini propongono proprie azioni di intervento che vengono recepite dai Piani locali.
Ad oggi sono stati compiuti i primi passi nella bozza preliminare del nuovo Psl è presente un progetto di redazione coordinata di 9 Piani di governo del territorio (Pgt) integrati col Psl.
Quindi l’occasione fornita dalla L12/2005 della Regione Lombardia, che ha sostituito il vecchio Prg (Piano regolatore) col Pgt, sembra essere stata positivamente colta da alcuni comuni per ragionare con una visione più ampia rispetto al tradizionale modo di fare il Prg.
Si spera che questo caso non rappresenti solo un esempio isolato ma sia l’inizio del nascere di tante forme di integrazione tra i vari strumenti di Piano.