Dott. Nicola Bonardi – I metalli non ferrosi in India: l’ingresso nel mercato indiano di una raffineria bresciana

Nel passato l’internazionalizzazione delle attività era una strada intrapresa solamente dalle grandi imprese dei paesi più avanzati economicamente, in quanto erano le uniche che potevano accedere a competenze e risorse (umane ed economico-finanziarie) per poter elaborare un valido progetto, che comprendesse l’ingresso in altri paesi, superando le barriere e gli ostacoli che si presentano al fine della realizzazione dello stesso. “Oggi, uno dei significati profondi della globalizzazione è l’affermarsi di una nuova era di internazionalizzazione diffusa. I mercati si sono integrati e infrastrutturati, i costi di trasporto, di comunicazione e degli altri supporti per andare all’estero si sono drasticamente ridotti, le barriere (economiche, tecniche ed istituzionali) si sono abbassate […].” Dall’affermazione di Mariotti e Mutinelli (2003) è possibile dedurre come l’internazionalizzazione possa oggi coinvolgere tutte le imprese, di qualsiasi dimensione e settore di attività. Tuttavia, sempre secondo i due autori citati, in questo processo di internazionalizzazione le imprese di piccola e media dimensione (Pmi) soffrono, nel prendere le decisioni, di limiti finanziari, manageriali, di informazione e di esperienza, in misura assai maggiore delle imprese più grandi.

Alla luce delle considerazioni fin qui svolte, lo scopo del presente elaborato è “dettare” alcune linee guida per una Pmi bresciana in relazione ad un suo ingresso nel mercato indiano, andando oltre il grado di internazionalizzazione raggiunto attualmente, che prevede la sola esportazione delle leghe di rame prodotte dall’impresa. Il motivo per il quale non ci si deve limitare solamente all’esportazione è da ricondurre alle opportunità che l’India offre e, allo stesso tempo, al “giocare d’anticipo” sui possibili accadimenti futuri: uno di questi potrebbe essere identificato con l’integrazione verticale di un importante cliente della azienda, situato sul territorio indiano. Esso ha originato, negli ultimi anni, circa un quarto dei ricavi totali della azienda bresciana. Data quest’ultima osservazione, è comprensibile il motivo per il quale nasce questo elaborato: dare un input alla azienda riguardo ad un processo di internazionalizzazione che potrebbe ricoprire, nel medio-lungo periodo, un’enorme rilevanza per la stessa, prevenendo le minacce provenienti da un’eventuale integrazione verticale del cliente indiano e, allo stesso tempo, cogliendo le opportunità che un mercato emergente come l’India può offrire. Pertanto, il fine di questo elaborato è indirizzare l’impresa verso un’adeguata modalità di ingresso nel paese indiano.

Si ritiene importante specificare che, per l’analisi svolta, sono state utilizzate fonti di dati secondari, ovvero provenienti da organizzazioni internazionali (World Bank, World Economic Forum, Fondo monetario internazionale), organismi pubblici nazionali (ministero dell’economia e ministero degli esteri italiano, camera di commercio Italia-India) e organismi privati (Ubi Banca, Assofond, Assofermet, riviste specializzate indiane). Inoltre, il volume di “Mercati Internazionali e marketing”, scritto da Valdani e Bertoli ha costituito una guida importante per la redazione di questo lavoro.

Per raggiungere il fine dell’elaborato, si dividerà il lavoro in quattro capitoli, che gradualmente condurranno alla soluzione proposta per l’internazionalizzazione della impresa in oggetto.

Il primo capitolo è (un excursus nel mondo dei metalli non ferrosi, ed ha la funzione di inquadrare il settore in cui l’impresa è attiva e chiarire l’ambito a cui si farà riferimento per l’intero lavoro. Ciò al fine di capire le problematiche del settore e l’ambito in cui i metalli in questione sono impiegati, per meglio comprendere i settori da considerare e da valutare in relazione al mercato indiano degli stessi. Prima di descrivere la situazione del mercato nazionale, quello di riferimento per la azienda, si procederà alla descrizione della situazione internazionale del mercato dei non ferrosi e, più in particolare, della produzione di getti degli stessi suddivisa in aree quali Europa, Asia, America e Africa; tale analisi è stata effettuata per fornire una visione a livello globale del settore e per comprendere al meglio il contesto in cui la azienda si troverà nel momento in cui inizierà il proprio processo di internazionalizzazione. Inoltre, si è ritenuto imprescindibile spiegare le dinamiche e i meccanismi di regolazione dei prezzi dei metalli non ferrosi in primis e dei rottami di metalli non ferrosi, che costituiscono le materie impiegate dalla azienda per la propria produzione; è doveroso per le imprese operanti nel settore prestare molta attenzione all’andamento dei prezzi dei metalli, in quanto un eccessivo incremento può contribuire ad erodere i margini che l’impresa dovrebbe raggiungere per avere una remunerazione soddisfacente della produzione.

Al fine di giungere alla redazione di un processo di internazionalizzazione, risulta cruciale comprendere la realtà della azienda: per questo motivo, nel secondo capitolo, si è effettuata un’analisi della stessa, relativa al suo profilo economico-finanziario, ai prodotti e ai settori clienti. In secondo luogo, saranno elencate ed approfondite le ragioni che indirizzano l’impresa verso il mercato internazionale e, più precisamente, quello indiano. Tali ragioni sono da ricondursi principalmente alla situazione di stallo del mercato nazionale nel 2010 e nel 2011; alle ragioni legate al partner indiano, che nel corso degli anni ha acquisito una sempre maggiore importanza per la azienda in termini di ricavi; alle ragioni di tipo logistico, per le quali le leghe prodotte dalla azienda giungono al cliente indiano in circa un mese; alle ragioni di tipo legislativo-burocratico, legate soprattutto ad una non sempre chiara regolamentazione del settore dei metalli e dei rottami di metalli non ferrosi.

Un successivo importante passo per il raggiungimento dell’obiettivo dell’elaborato è l’analisi del mercato indiano: esso è il mercato obiettivo della azienda e ciò per la presenza del cliente, il quale con i suoi ordini ha consentito all’impresa di sopravvivere alla crisi che ha colpito il settore negli ultimi anni. Partendo da questa certezza, rappresentata da un rapporto consolidato e basato sulla fiducia tra le due imprese, si sono esplorate le caratteristiche del mercato di destinazione, al fine di verificare se vi fossero le condizioni per un ingresso della azienda nello stesso. L’analisi è stata effettuata sulla base di fattori ambientali favorevoli dell’India, quali ad esempio il profilo economico, la competitività e il rischio d’investimento nel Paese, si è poi proseguito con un’analisi riguardante l’attrattività del paese e dell’attrattività per l’impresa, relativa al settore dei metalli non ferrosi in particolare. A seguire, si proporrà un’analisi dell’accessibilità, per comprendere quali possano essere i problemi relativi ad un “accesso” al mercato indiano: nel particolare, si è riscontrato che non vi sono problemi relativi agli investimenti diretti esteri nel settore dei metalli non ferrosi, pur essendo stati riscontrati problemi di altro genere, quali l’inefficienza delle infrastrutture, della burocrazia e altri aspetti quali una presenza massiccia e radicata sul territorio della corruzione e del ricorso a comportamenti non del tutto corretti da parte delle istituzioni, del pubblico e del privato.

Il quarto ed ultimo capitolo del lavoro rappresenta il vero obiettivo dell’elaborato, ovvero l’enunciazione della modalità più appropriata che la azienda può adottare per fare il suo ingresso nel mercato indiano. Tale modalità trova riscontro nell’attuazione di un processo di internazionalizzazione graduale e sequenziale, che ha inizio con la costituzione di un ufficio di rappresentanza sul territorio indiano, il quale avrà il compito di curare i rapporti con il cliente indiano e introdurre l’impresa alla seconda fase del processo: la realizzazione di una joint venture con un’impresa indiana. Per giungere a tale conclusione si analizzeranno gli aspetti e le criticità, relativi alle diverse modalità di ingresso attuabili dalla azienda in esame. Per effettuare la scelta adeguata, si è fatto riferimento all’analisi di due specifiche variabili, quali il grado di coinvoglimento internazionale (identificato con il livello di investimento) e il grado di controllo che l’impresa desidera avere sull’attività da svolgere in India. Sulla base dell’analisi di tali variabili è risultato possibile identificare la joint venture quale modalità appropriata per il caso in analisi; tuttavia la realizzazione di tale accordo interaziendale è ostacolata dalle problematiche insite nella natura dell’impresa in analisi, il cui mercato principale di riferimento è costituito da quello nazionale ed europeo: prima fra tutte la limitata esperienza del management in ambito internazionale, che esclude a priori un ipotetico ingresso immediato tramite un insediamento produttivo in loco, escluso anche per la natura irreversibile degli investimenti necessari; in secondo luogo, la conoscenza limitata del territorio indiano e dei problemi ad esso relativi hanno indirizzato la scelta verso un processo sequenziale, che ha sì come punto di arrivo la joint venture (o un insediamento produttivo in loco in un medio-lungo termine), ma ha come primo step la costituzione di un ufficio di rappresentanza dell’impresa nel Paese.

Lo scopo di questo elaborato è di mettere in chiaro quale possa essere la migliore modalità con la quale una azienda in generale, e quella studiata in particolare, deve approcciarsi al mercato indiano. Si è svolta un’analisi strutturata e ben articolata, approcciandosi al processo di internazionalizzazione seguendo un modus operandi ben preciso, che ricalca i dettami e i suggerimenti proposti dai maggiori studiosi in ambito di mercati internazionali ed di internazionalizzazione.