Mattia Conti – Il trasferimento del ramo d’azienda

La Tesi approfondisce le operazioni straordinarie di riorganizzazione e trasferimento di complessi aziendali sotto molteplici aspetti, a partire dalle motivazioni di carattere economico, strategico, organizzativo, di passaggio generazionale, e così via, per le quali sono poste in essere, sino agli adempimenti, ai rischi, ai costi ed ai benefici che portano all’organizzazione dell’azienda. L’argomento è sviluppato dapprima delineando la disciplina civilistica e fiscale delle diverse operazioni mediante il quale è possibile attuarlo, ed in seguito analizzando un caso aziendale di conferimento di azienda e le possibili alternative che nella pratica si sarebbero potute percorrere.
L’obiettivo è capire, dopo avere dettagliato la normativa di cessione d’azienda, conferimento d’azienda, scissione societaria ed affitto d’azienda, i principali punti di forza e criticità delle stesse, in un’ottica di valutazione comparata, confrontando dal punto di vista pratico quanto esposto nei primi capitoli teorici. Infatti, qualora ci si trovi nella condizione di dover effettuare il trasferimento di un ramo aziendale per i più disparati motivi, analizzati nello svolgimento della tesi, le normative civilistica e fiscale offrono diverse soluzioni, le quali si rivelano più o meno convenienti a seconda dell’effettiva finalità che si vuole raggiungere. Si tratta di un argomento sempre di risalto nella dottrina economico-aziendale e nella tecnica professionale.
Già in passato ci si interrogava sul tema delle operazioni straordinarie e su quale fosse, nella prassi, l’alternativa migliore per le esigenze degli imprenditori. Così scriveva Onida nel 1939: “le complesse operazioni di espansione, limitazione e trasformazione strutturale delle aziende […] possono presentare natura economica diversa anche secondo i fini per i quali quelle operazioni vengono effettuate. Per il raggiungimento dei propri fini, la pratica si avvale degl’istituti giuridico-economici che in dati luoghi e tempi è possibile utilizzare: e mentre accade comunemente che un medesimo istituto sia usato per fini diversi, […] avviene pure, non di rado, […] che istituti differenti servano a fini economici fra loro simili”.
La variazione del perimetro aziendale può essere attuata in diversi modi, e la scelta dello strumento giuridico per attuare tale modificazione dipende da svariati fattori, quali quello finanziario, economico, strategico, delle sinergie ottenibili. Non da ultimo, nella scelta dell’operazione più adatta, riveste spesso importanza cruciale il fattore fiscale. A seguito di diverse disposizioni che si sono succedute nel corso degli anni, infatti, è risultata avvantaggiata dal legislatore questa o quella operazione, sino ad arrivare agli ultimi anni in cui alcune delle operazioni di riorganizzazione aziendale godono della neutralità dal punto di vista delle imposte dirette ed indirette, che spesso rappresenta la differenza che fa ricadere la scelta su un’operazione invece di un’altra.
Posto che ogni operazione va sempre valutata partendo dalle finalità e dalle motivazioni per cui essa viene effettuata, e che di conseguenza non è possibile individuare l’operazione migliore in assoluto, bensì l’operazione più adatta in base alle esigenze delle parti in causa, si è cercato di trarre alcune conclusioni di fondo mediante la comparazione delle diverse alternative.
Premesso questo, dopo aver illustrato dettagliatamente la disciplina delle diverse operazioni di riorganizzazione, ed in particolare di trasferimento, dell’azienda, le conclusioni che ho potuto trarre dal punto di vista pratico sono le seguenti:
. Confronto – conferimento – scissione: dal punto di vista degli adempimenti necessari, la scissione
(specialmente se coinvolge società azionarie) comporta una serie di documenti, relazioni e procedure che non sono richieste in tema di conferimento d’azienda, e rendono di conseguenza la prima meno appetibile sotto l’aspetto della snellezza rispetto al secondo. Questi adempimenti più numerosi, oltre che in una maggiore complessità generale, si traducono anche in tempistiche superiori e costi maggiori.
La scissione si presta tuttavia ad una flessibilità inarrivabile per qualsiasi altra operazione straordinaria, in quanto permette di perseguire scopi del tutto differenti e di pianificare l’operazione nelle modalità più varie (proporzionale o non proporzionale, totale, parziale, a favore di una o più beneficiarie preesistenti o neo-costituite, asimmetrica, gestendo il rapporto di cambio ed i conguagli, e così via). È quindi un istituto moderno e molto utile ed utilizzabile nella prassi. Pertanto il conferimento di azienda, rispetto alla scissione, si fa preferire per la maggiore snellezza della procedura, per i minori rischi di opposizione di creditori e soci e per i minori rischi di elusività (si badi, solo per la particolare fattispecie della cessione indiretta).
La scissione è invece, indubbiamente, l’opzione migliore in quanto alla flessibilità ed alla varietà sia delle finalità per cui è attuata, sia per i differenti risultati ottenibili in base alla volontà delle parti ed alla configurazione scelta.
Confronto cessione – conferimento: la cessione d’azienda è un’operazione particolarmente appetibile per la sua relativa semplicità, in quanto non deve sottostare a tutte quelle disposizioni a tutela dell’integrità del capitale sociale previste in caso di conferimento. Nella scelta non si può tuttavia ignorare la valutazione dell’aspetto fiscale, che, in particolare in presenza di immobili, è preponderante nella cessione, rendendola a volte una soluzione non percorribile per via degli alti oneri tributari.
Pertanto, mentre a livello societario i risvolti fiscali della cessione d’azienda la fanno spesso
soccombere rispetto ad altre operazioni più economiche da tale punto di vista, seppur più complesse, la sua semplicità e celerità le permettono di essere preferita per il trasferimento di piccole realtà aziendali.
D’altro canto il conferimento può dirsi un’opzione molto interessante, in quanto è un’operazione di riorganizzazione che permette la circolazione dell’azienda usufruendo del regime di neutralità fiscale. Esso consente il mantenimento della maggior liquidità possibile all’interno dell’azienda al netto del carico fiscale, oltre a permettere l’evoluzione della forma giuridica al pari di una trasformazione.