La bassa presenza delle donne rispetto a quella degli uomini in azienda, soprattutto nei consigli di amministrazione e ai vertici decisionali, indica l’assenza all’interno delle organizzazioni delle loro competenze e soprattutto di uno stile di leadership particolare. Lo scopo è dimostrare i benefici della leadership femminile sulla crescita e le prestazioni aziendali, attraverso lo studio della letteratura, l’analisi empirica quantitativa, supportata anche da una qualitativa attraverso delle interviste.
La letteratura attribuisce alle donne caratteristiche particolari che bene si sposano con i processi di crescita e incremento delle performance. Le donne manager hanno uno stile meno gerarchico in cui collaborazione e partecipazione creano spirito di squadra, per cui la presenza di una donna ai vertici dell’azienda aumenta la sua crescita.
Inoltre le donne leader sono in grado di fornire migliori strategie di input, generando un programma più produttivo e un processo decisionale con prospettive di una qualità superiore rispetto a strategie e pratiche organizzative tradizionali, perchè esse applicano standard più elevati nel loro processo decisionale.
Si è quindi arrivati a formulare la seconda ipotesi di ricerca:
Al fine di verificare se la leadership femminile aumenta la produttività e la redditività dell’impresa, si è analizzato uncampione empirico di 309 società quotate del nord d’Italia costruendo due modelli matematici tramite la definizione di alcune variabili: quelle dipendenti sono Crescita e Redditività, mentre quelle indipendenti sono identificate da una variabile binaria fittizia utile per rappresentare la massa critica di genere femminile all’interno del CdA. I ricavi, gli oneri finanziari e il ROE sono stati scelti come variabili di controllo. Nello specifico nel primo modello si è misurata la correlazione tra la presenza femminile ai vertici aziendali e la crescita del business, mentre nel secondo modello si è valutato il rapporto tra la presenza femminile e la redditività.
I risultati econometrici trovati mostrano che l’effetto del modello di crescita è determinato dalla partecipazione delle donne al CDA e dal loro numero ai vertici della società, suggerendo che il coinvolgimento delle donne nel governo societario può avere una correlazione positiva sulla crescita, quando queste raggiungono una certa percentuale. Pertanto, la sola presenza di un manager femminile non è sufficiente per avere effetti positivi sulla crescita, ma che il loro numero deve essere almeno tre.
Le stesse considerazioni emergono dall’analisi del modello sulla redditività. Ciò significa che con almeno tre donne registe è possibile aumentare la probabilità che le voci e le idee delle donne vengano ascoltate e che le dinamiche dirigenziali e manageriali cambino in modo sostanziale. Inoltre per dare valore aggiunto all’elaborato si è svolta un’analisi qualitativa, intervistando due presidentesse nazionali di associazioni che si occupano di imprenditorialità femminile. Ciò che è emerso è che le donne manager possono portare valore aggiunto all’azienda, in quanto le loro caratteristiche meglio si adattano al nuovo modello di leadership che sta prendendo piede, in cui vi è una condivisione del potere. È dunque importante valorizzarne le competenze. Concorde è il giudizio sul fatto che l’Italia sia arretrata per la parità di genere e che ci sia ancora molta strada da fare per raggiungerla.